Dott.ssa Laura De Martino
La separazione coniugale ed il divorzio rappresentano un evento critico nella vita dei singoli partner ed in generale della famiglia.
Il termine “critico” deriva dal greco dove “crisi” vuol dire “ciò che separa”.
Come tutti gli eventi critici, dunque, non ha un’accezione di per sé negativa, sta piuttosto ad indicare un Prima ed un Dopo, la rottura di un equilibrio ed il difficile compito di ricostruirne uno nuovo attraverso la riorganizzazione delle relazioni.
Non si tratta, pertanto, di un evento, quanto piuttosto di un processo in cui sono state evidenziate diverse dimensioni:
- il Divorzio emotivo: la relazione si deteriora e si arriva alla decisione di una separazione;
- il Divorzio legale: ricorso al sistema giuridico per ufficializzare la separazione;
- il Divorzio economico: discussione delle questioni economiche;
- il Divorzio genitoriale: ridefinizione ruoli e temi della genitorialità;
- il Divorzio dalla comunità: mutamento delle relazioni sociali;
- il Divorzio psichico: Comprensione delle cause che hanno condotto alla separazione e del contributo di ciascuno alla crisi reinvestimento su se stessi e su di un progetto di vita individuale.
Uno degli aspetti più delicati di questo processo riguarda il difficile compito di continuare ad essere genitori insieme (ovviamente se nel corso del matrimonio sono nati dei bambini), pur non essendo marito e moglie.
La separazione ed il divorzio pongono, infatti, fine al rapporto coniugale ma non a quello genitoriale.
Bisognerà, pertanto, continuare a condividere le decisioni e le azioni educative, collaborare e sostenere la genitorialità dell’altro.
Tutto ciò non riesce soprattutto in alcune separazioni che sembrano impossibili.
In questi casi, la paura (spesso inconsapevole) di perdersi e di sperimentare l’angoscia che ne deriverebbe, mantiene in vita un attaccamento all’altro che si esprime in rabbia ed accuse continue dando vita ad una continua lotta che il più delle volte si realizza in tribunale.
L’altro è considerato il “male” e gli vanno attribuite tutte le colpe, da qui il desiderio di distruggerlo anche da un punto di vista giuridico, economico e, purtroppo molto spesso, genitoriale.
Nasce così quello che è stato definito il “legame disperante“.
Esso non consente alla coppia di raggiungere il divorzio psichico.
La relazione non può durare, ma, allo stesso tempo, non può compiersi una reale separazione.
Sebbene nel conflitto, infatti, il rapporto viene mantenuto evitando il più doloroso vissuto di perdita.
La separazione è sempre e inevitabilmente una perdita, un lutto.
“Muore” il progetto di vita comune, “muoiono” aspettative, abitudini, relazioni ecc.
Proprio come un lutto ha bisogno di tempo e di elaborazione per riuscire a lasciar andare veramente l’altro salutandolo e ringraziandolo per quanto ricevuto e reinvestire nel proprio futuro ed in in nuovo progetto di vita.