I tempi cambiano e anche i postini non sono più quelli raccontati nel romanzo di James M. Cain, da cui è stato tratto anche un film. Ed infatti, i postini di oggi non bussano più due volte e non timbrano più le lettere raccomandate.
Il postino moderno oggi suona solo una volta e, solo, se deve consegnare le raccomandate. Questo perché il plico raccomandato ha bisogno della prova di consegna.
Ma se in casa non c’è nessuno, come fa il postino a consegnare la raccomandata?
Il postino, in questo caso, lascia l’avviso di giacenza nella cassetta della posta, con il quale si invita il destinatario ad andare all’ufficio postale per ritirare una lettera raccomandata, un atto giudiziario o un qualsiasi altro atto, per il quale occorre la sua firma.
Dal deposito dell’avviso di giacenza nella cassetta della posta, per quanto tempo resta presso l’ufficio postale la raccomandata o l’atto giudiziario?
- Le lettere raccomandate (o le raccomandate in generale) restano 30 giorni in giacenza, trascorsi i quali verranno spedite ai mittenti (DM 9.4.2001).
- Gli atti giudiziari (ovvero multe, citazioni, ricorsi ecc.) restano 10 giorni in giacenza, trascorsi i quali gli avvisi di ricevimento (cartolina) verranno spedite ai mittenti (art. 8 Legge del 20/11/1982 n. 890). L’atto materiale resterà per sei mesi presso l’ufficio postale e solo trascorsi i sei mesi tornerà al mittente.
In entrambi i casi la notifica si intende effettuata decorsi 10 giorni, salvo alcune eccezioni.
Non ritirare una raccomandata o una notifica di un atto giudiziario non è una scelta saggia, perché poi non ci si può difendere se non si conosce cosa è arrivato per posta. Occorre ricordare, ancora, che alcuni atti se non vengono impugnati in tempo diventano definitivi e non si possono più impugnare.
Quindi, quando si riceve un avviso in cassetta è bene ritirare l’atto il più presto possibile.
Se però il postino, bussando una volta, trova il destinatario, al momento della consegna, questi deve assolutamente farsi rilasciare (vedere foto articolo) l’avviso di consegna.
Fino a qualche anno fa il postino, quando consegnava una raccomandata, apponeva il timbro rotondo sia per le raccomandate e sia per gli atti giudiziari. Il timbro conteneva una serie di informazioni, ma soprattutto conteneva la data di consegna del plico al destinatario. Dalla data apposta sul timbro iniziava a decorrere il tempo per il destinatario.
La data sul timbro postale è la prima cosa che un avvocato, un commercialista, un magistrato, ma pure un amministratore di condominio o anche altri, verificano. Perché da quella data decorrono i termini.
Oggi il timbro sull’atto non viene più apposto, quindi da dove parte il termine?
Facciamo un esempio: arriva una multa e il destinatario decide di pagarla entro 5 giorni, per agevolarsi della normativa che prevede lo sconto del 30% sull’importo da pagare. Da quale data partono i 5 giorni, se non c’è più il timbro postale? Capirlo diventa molto complicato e ci si potrebbe trovare nella situazione di cercare una data, ad esempio quella di spedizione, di dieci giorni prima.